Elezioni europee: niente duello in tv tra la Meloni e la Schlein
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La povera bambina protagonista della vicenda è originaria di Bari, rione Carrassi. I fatti si sono svolti il 21 ottobre del 2009 ma è recente la richiesta di archiviazione fatta al gip dal pm Angela Morea: le motivazioni sono dovute al fatto che la piccola da quasi due anni non parla più e non è quindi possibile raccogliere le sue testimonianze.
La famiglia della bambina è composta dal papà, invalido civile e disoccupato, e dalla mamma, afflitta da disturbi psichici. Nel 2009 i due avevano denunciato la scomparsa della figlia e le forze dell’ordine, dopo aver cercato la piccola ovunque, la trovano chiusa in un armadio vicino al suo cane. Ovviamente le condizioni igieniche erano alquanto velleitarie. In più, si è scoperto in seguito, che la bambina era solita mangiare dalla stessa ciotola dell’animale e che non riusciva più a parlare ma le sue comunicazioni si limitavano a mugolii ed abbai. La preoccupazione è aumentata ulteriormente quando la piccola ha mimato atti sessuali facendo temere di aver subito violenze. Questo timore è però stato fugato dalle analisi fatte sul corpo della bambina.
Oggi la piccola ha nove anni e vive in una casa famiglia. Di fronte alla richiesta di archiviazione sale l’indignazione di molti tra cui lo psicologo Paolo Crepet e Antonio Marziale, presidente dell’Osservatorio sui diritti dei minori e consulente della commissione parlamentare per l’infanzia.
Foto credits NatalieMaynor – via flickr.com
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