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Tutti tornano a parlare dell’intimo rischio connesso con il prestito sociale concesso dalle coop ai loro soci. Un prestito che sostanzialmente si prefigura come un banale finanziamento tra privati (soci) e impresa (coop). Tuona lo Stato e Bankitalia che temono per la salute economica dei piccoli risparmiatori, che corrono il rischio di rimanere intrappolati in caso di dissesto finanziario, in quanto non esiste un vero e proprio organo di controllo ed una rigorosa regolamentazione di questa forma di finanziamento sociale.
I soci attratti dai promettenti tassi di interesse delle cooperative, sono quindi liberi di instaurare un rapporto di natura economica con le coop in pochi semplici passi. Secondo Bankitalia i prestiti sociali non subiscono gli stessi controlli a cui le banche devono sottostare quando forniscono servizi pressoché equivalenti di conto deposito. Ad aggravare la situazione l’assenza di garanzie finanziarie a copertura dei prestiti sociali, come accade invece in caso di bail-in delle banche, che coprono i primi 100.000 euro garantiti dal Fondo Interbancario di Tutela dei Depositi.
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Per questo motivo anche il Governo sulla base di quanto accaduto recentemente con CoopCa e Cooperativa Operai di Trieste, che hanno accusato un dissesto di oltre 130 milioni di euro, coinvolgendo circa 20.000 risparmiatori soci, che sono riusciti ad avere qualche indennizzo soltanto grazie all’opera della Alleanza 3.0, che ha provveduto a rassicurare così indirettamente (o direttamente che si voglia pensare) gli altri migliaia di risparmiatori di tutte le cooperative italiane, riportando così un’immagine di solidità e sicurezza, messa precedentemente in crisi.
Il rischio dei dissesti è ovviamente sempre presente e considerato che 9,2 miliardi di euro sono nelle pance delle coop, i soci creditori che hanno optato per dei prestiti sociali vogliono certamente dormire sonni tranquilli. Ma cosa accadesse se iniziasse la corsa al prelievo dei depositi vincolati? Ovviamente sarebbe il caos, lo stesso caos che avverebbe se tutti i correntisti bancari si recassero in banca a prelevare contanti con lo spauracchio di insolvenza: nessun fondo o garanzia potrebbe salvare dalla bancarotta l’intero sistema finanziario. Il suggerimento generale è comunque quello di non esagerare con i prestiti sociali: come in ogni ambito, è opportuno variare e non vincolare somme importanti o i risparmi di una vita, in un solo prodotto o istituto bancario o di credito.
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Una risposta
Tutti sono alla ricerca di investimenti remunerativi, ma bisogna fare la massima attenzione, soprattutto in questi tempi di tassi bassi o addirittura a volte negativi. Sono d’accordo con la chiusa finale dell’articolo, diversificare è fondamentale. La vecchia regola del 5% (qui, 5% lì, e così via)…